Trieste: dal Kosovo all’Italia, Fortese e i suoi burek
La giovane migrante Fortese è stata assunta come commessa in una panetteria di prodotti balcanici e alla Penny Wirton di Trieste le insegnanti si sono ingegnate per consentirle di studiare italiano.
Fortese, arrivata dal Kosovo in Italia l’anno scorso è subito stata assunta come commessa in una panetteria di prodotti balcanici, ma deve assolutamente migliorare il suo italiano, ancora modesto. Non può frequentare la scuola di italiano gratuita per migranti Penny Wirton a Trieste a causa dei suoi orari di lavoro ma le insegnanti si sono ingegnate e hanno trovato una soluzione.
Fortese e i suoi burek
di Marina Del Fabbro
Delicata, riservata: Fortese, arrivata dal Kosovo in Italia l’anno scorso, è una ragazza davvero carina. Forse proprio per il suo garbo è subito stata assunta come commessa in una panetteria di prodotti balcanici, ma deve assolutamente migliorare il suo italiano, ancora modesto. I suoi turni di lavoro non le consentirebbero di frequentare al pomeriggio. Così ci siamo accordate per un fuori orario: due mattine a settimana ci vediamo in un caffè letterario del centro, prendiamo un caffè e studiamo. L’ambiente è confortevole, i camerieri ormai ci conoscono e più di qualche volta qualcuno si ferma per complimentarsi: insomma, lavoriamo molto bene.
E poi, già che è sempre disponibile sul bancone, approfittiamo anche per dare di tanto in tanto un’occhiata a Il Piccolo, il nostro quotidiano triestino: soltanto a qualche titolo, naturalmente, o alla didascalia di qualche foto. Il linguaggio giornalistico è decisamente difficile, ma è un gran bell’esercizio. In poco tempo Fortese ha appreso diverse vicende della vita della città ritrovando anche talora qualche notizia connessa al suo lavoro in panetteria o al rione in cui abita come l’apertura di una pista ciclabile che passerebbe proprio dalle sue parti. Ma ha anche imparato a riconoscere le figure più importanti della politica italiana, a cominciare dal presidente della Repubblica o il capo del governo e anche le principali tematiche in discussione, a partire dall’accoglienza degli stranieri, la crisi demografica e climatica di cui non sapeva nulla ma anche di politica internazionale: le tensioni nei Balcani (anche nel suo Paese) la guerra tra Russia e Ucraina, il conflitto tra Israele e Hamas. Poco più che nomi e immagini, per ora, ma è un vero piacere vederla diventare di volta in volta più partecipe di quanto accade e anche lei è molto contenta di riuscire ad orientarsi con più consapevolezza nella realtà e nel mondo in cui vive.
Qualche volta, finita la lezione, andiamo a vedere qualcosa. L’affascinante chiesa serbo-ortodossa o la neoclassica chiesa di Sant’Antonio, la splendida piazza Unità aperta sul mare, o la Bomboniera, pasticceria elegantissima di sapore asburgico, i negozi dei rigattieri del ghetto, stracolmi di ogni genere di merce. Ma la soddisfazione maggiore Fortese la prova quando vado a fare acquisti nella sua panetteria dove è lei a consigliarmi: “Burek alla carne, maestra, o agli spinaci, al formaggio? Scaldo un pochino? Sono tutti buonissimi”. Ed è vero, sono buonissimi tutti!