Analfabeti: parlare è un gioco da ragazzi

Lo sapevi che alcuni migranti sono analfabeti anche nella loro lingua madre? E’ proprio così.

Purtroppo ci sono molti luoghi nel mondo in cui il diritto allo studio non è garantito, oppure in cui alcuni gruppi etnici sono discriminati e non hanno accesso allo studio nella loro lingua, o ancora ci sono posti in cui l’abbandono scolastico è altissimo perché i ragazzi fin dalla più tenera età devono lavorare per contribuire alle finanze della famiglia e sopperire ai disagi causati da guerre e povertà.

Molti studenti della Penny Wirton, scuola d’italiano gratuita per migranti, sono analfabeti nella loro lingua madre e per loro abbiamo un’attenzione speciale. A loro, se serve, insegniamo anche come si tiene la penna in mano per tracciare un segno su un foglio. Con questi studenti, spesso, iniziamo con i giochi dove ci sono i disegni con le parole corrispondenti, oppure usiamo le lettere magnetiche per aiutarli a riconoscere le parole corrispondenti che trovano sul manuale “Italiani anche noi” o sui quaderni. Chiaramente a loro più che a tutti gli altri non insegniamo l’alfabeto ma i suoni dell’italiano per sillabe, per i motivi che spieghiamo qui in “Parlare, leggere, scrivere… sì, ma andiamo per sillabe”. Con gli studenti analfabeti la cura principale è quella di approvare ogni minimo sforzo o progresso, anche quello più insignificante, e non amplificare mai l’errore: li incoraggiamo e cerchiamo di fargli capire che imparare è un sentiero che va costruito giorno per giorno.

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