Migranti: Affinati, la giustizia è fratellanza. Non basta rispettare la legge
“La giustizia dovrebbe essere la fratellanza, ma purtroppo non è sempre così. Il rispetto dei codici non è sufficiente, non basta rispettare la legge. Quando tu vedi l’oltraggio di un principio in cui credi dovresti intervenire”. Eraldo Affinati, fondatore della Penny Wirton, scuola d’italiano gratuita per migranti, è intervenuto nel programma di Rai Uno “A sua immagine” per raccontare il senso di giustizia che anima le oltre quaranta postazioni Penny Wirton in Italia e nel mondo.
Don Milani, a cui Eraldo Affinati si ispira nel suo lavoro, al di là del fatto che la scuola è aconfessionale e apolitica, diceva che “la più grande ingiustizia è fare parti uguali tra disuguali”. A tal proposito alla scuola Penny Wirton ci battiamo per “ripristinare l’uguaglianza della posizione di partenza – ha spiegato Affinati – cioè partire tutti dalla stessa posizione. Purtroppo non è così, molti partono avvantaggiati e raggiungono prima il traguardo. Noi dobbiamo premiare il movimento più che il traguardo”.
Nel servizio, realizzato all’interno della rubrica “Le ragioni della speranza” e dal titolo a “Mi sta a cuore la giustizia”, don Luigi Verdi ed Eraldo Affinati – sulle note di “Il peso del coraggio” di Fiorella Mannoia – ci portano all’interno degli spazi della scuola Penny Wirton di Roma nella periferia popolare di Casalbertone.
Qui incontriamo Jennifer, studentessa nigeriana, in Italia da quattro anni ma ancora in attesa di permesso di soggiorno. “Mi piace lavoro, ma non c’è permesso soggiorno: è po’ difficile”, spiega Jennifer che “parla bene e con sveltezza, ma adesso impara anche scrivere”, sottolinea Luce Lenzi, fondatrice della scuola Penny Wirton. E incontriamo anche Martina insieme a Fatoumata, studentessa ivoriana. Martina, che frequenta il quinto anno al liceo classico Aristofane di Roma, è la più giovane insegnante della scuola Penny Wirton della Capitale. “Mi piace molto l’idea che le persone possano sentirsi parte integrante e non soltanto di passaggio nel nostro Paese, attraverso la lingua”, racconta Martina. Ma sopratutto qui si instaurano relazioni umane che gettano le basi di un futuro inclusivo e multiculturale. La nuova Italia a cui puntiamo è quella che già c’è nelle scuole Penny Wirton dove tra volontari e migranti “si apre un rapporto” che consente di conoscere da vicino “la loro storia, il viaggio che li ha portati qui e condividere esperienze a volte molto forti”, sottolinea Martina.
“Una giustizia nella chiave della fratellanza qui è possibile, qui ci prendiamo in carico lo sguardo altrui: puntiamo a questo senza pensare al risultato, fino in fondo e avendo fede nella nostra azione”, conclude Eraldo Affinati.
Il servizio completo si può vedere su Raiplay dal minuto 20 in poi.
Lo trovi cliccando qui “A sua immagine – Puntata del 19 ottobre“