Shoah: Affinati, addio a Terracina. Ora proviamo a imparare dal passato
“Auschwitz non è solo colpa della Germania. Anche altri governi furono carnefici di questo male. Il governo francese dopo l’armistizio ha consegnato tanti ebrei ai nazisti. Eppure in altri paesi come la Danimarca questo non è successo. Il re si oppose alla deportazione. Si mise anche lui la stella che contrassegnava gli ebrei, fece pressioni sul popolo e questo bloccò la deportazione degli ebrei danesi. Perché questo in Italia non accadde? Se qualcuno che poteva si fosse opposto non ci sarebbe stata nessuna deportazione”. Con queste parole Piero Terracina, 91 anni, deceduto l’8 dicembre scorso, ha raccontato nel corso delle numerose testimonianze sulla Shoah le responsabilità di quanti non sono intervenuti – pur potendolo fare – per fermare l’Olocausto perpetrato dai nazisti a partire dalla seconda metà del XX secolo.
Piero Terracina è uno degli ultimi sopravvissuti allo sterminio nazista che ci lascia e “la sua morte assomiglia alla caduta a schianto di un calcinaccio del Novecento, forse il secolo più sanguinario della storia” soprattutto se pensiamo “alla recrudescenza razzista a cui assistiamo in Europa e purtroppo anche nel nostro Paese”, scrive Eraldo Affinati in un articolo pubblicato dal quotidiano Avvenire. In un tempo in cui si tornano a costruire campi d’internamento ai confini della democratica Europa, in Libia al di là del mare, nei paesi balcanici al di là dei confini occidentali, in Cina e in molti altri luoghi del mondo, dovremmo rivolgere un’attenzione maggiore al nostro passato dal quale forse non abbiamo imparato abbastanza.
Su questo ci fa riflettere l’incontro tra Affinati e Terracina che si chiude in un silenzio che vale più di molte parole. “E io, come un bambino, gli chiesi: perché gli uomini non imparano dal loro passato? Piero si girò con un mesto sorriso verso il volto fresco di Abdi, piccolo somalo scampato alla guerra che ci stava servendo il dolce e non aggiunse altro: era la sola risposta che mi potevo aspettare”, scrive Affinati.
Leggi qui l’articolo che racconta l’incontro tra Eraldo Affinati e Piero Terracina.
Ricordo di Piero Terracina. L’uomo che rese voce e carne la memoria viva della Shoah