Migranti: quando la danza crea relazioni umane
Alla Penny Wirton, scuola d’italiano gratuita per migranti, di Bari hanno lanciato una nuova iniziativa speciale che si affianca ai corsi di lingua. Dopo il progetto del Free walking tour, che coinvolge i migranti nel raccontare la città ai residenti e a cui abbiamo già dedicato un post, adesso i referenti hanno chiesto a un amico che conduce gruppi di danza-terapia di sperimentare, nella sede dell’Istituto comprensivo Eleonora Duse, questa modalità di espressione e comunicazione con gli studenti provenienti da più parti del mondo. La danza-terapia “è inclusiva, stimola relazioni e fortifica identità, creando le basi per la stabilità della personalità dell’individuo, aiutandolo anche a creare rete in un contesto sociale”, spiega Massimo Zenga, danza-terapeuta in formazione presso la scuola espressivo relazionale di Roma, e che coordina il progetto.
“Massimo ci ha dato la sua disponibilità subito e con entusiasmo – racconta Gianpaolo Petrucci, referente della Penny Wirton di Bari – e ha coinvolto anche la sua amica Francesca. Nel primo incontro ha dovuto misurarsi con le resistenze di studenti e volontari nel mettersi in gioco anche con il proprio corpo, soprattutto le donne musulmane si trovavano in difficoltà. Nel secondo incontro però si è allargato il numero dei partecipanti e tutti hanno superato le diffidenze iniziali, lasciandosi andare al divertimento, compreso un collaboratore scolastico che si è voluto inserire. Al terzo appuntamento il gruppo, quindi, è partito subito, anche grazie a coloro che, avendo partecipato agli incontri precedenti, hanno coinvolto i nuovi arrivati”.
Volontari e studenti, uomini e donne di età, culture, religioni diverse, provenienti da vari Paesi del mondo, hanno vissuto insieme un momento piacevole che li ha fatti sentire accolti individualmente e nello stesso tempo parte di un gruppo, perché “la danza può unire popoli e confini, esprimere emozioni, abbattere muri. Parla un linguaggio tutto suo, fatto di parole mute, ma comprensibili al cuore – racconta Massimo Zenga -. Con i volontari e gli studenti della Penny Wirton è successa una cosa meravigliosa: una ventina di persone provenienti da Paesi diversi, si sono incontrate e hanno danzato insieme. Sorrisi, tra l’imbarazzo e la curiosità di provare quell’esperienza, hanno accompagnato la danza. La pulsazione e il ritmo hanno subito creato il gruppo, e un filo tenuto tra le dita dai partecipanti è diventato il filo della relazione, dove per capirsi basta solo il linguaggio del corpo”. Per Massimo “è stata un’ esperienza bella, divertente ed emozionante, non solo per me che la conducevo, visto che le persone venute al primo incontro sono ritornate le altre volte con maggiore entusiasmo e voglia di aprirsi all’altro”.
E allora, ancora bravi, alle donne e agli uomini, alle ragazze e ai ragazzi, che animano la Penny Wirton di Bari.
P.s. La foto in home è stata scattata e donata da Camillo D’Angelo.