Volontariato: italiano per migranti all’aperto a Roma
La Penny Wirton, scuola di italiano gratuita per migranti, di Roma seppure in parte è tornata a fare lezione in presenza dopo mesi di didattica a distanza. Il primo appuntamento itinerante si è tenuto al Circo Massimo con volontari, studenti e con i fondatori Eraldo Affinati e Luce Lenzi. Vediamo com’è andata!
Amicizia che supera i confini
di Eraldo Affinati e Luce Lenzi
La prima lezione in presenza della scuola Penny Wirton di Roma per l’anno 2020-2021 si è svolta il primo ottobre nei magnifici spazi all’aperto del Circo Massimo: un piccolo gruppo, un’avanguardia che conta di aprire la strada anche agli altri, studenti e insegnanti che vorrebbero tanto tornare nell’affollato stanzone allegro e sereno di Casal Bertone.
All’inizio era un po’ nuvoloso, poi è venuto il sole e faceva davvero caldo.
Eravamo felici di ritrovarci dopo tanto tempo di didattica a distanza: lo vedevi negli occhi dei ragazzi e dei volontari, fiammeggianti sopra le mascherine, finalmente riuniti tutti insieme.3
Donata, Luce, Francesca, Francesco, Nadia, Maria Giovanna, Letizia, Claudia, Alessandra: faticavamo a non abbracciarci! Le norme anti Covid ce lo impedivano.
Questa è l’amicizia che supera i confini.
Per chi vuole: un pizzico di Paradiso.
Questa è Penny Wirton!
Ci abbiamo messo un bel po’ per fare l’appello accanto alla stazione della metropolitana, l’ultimo ad arrivare è stato il più piccolo, il tunisino Wael, quindi, superato il groviglio dei semafori, eccoci pronti a passeggiare lungo gli antichi pratoni dove un tempo correvano a gara i cavalli.
A ognuno abbiamo dato una tavoletta su cui poggiare il quaderno. Chi non si era portato la penna, l’ha avuta. La mascherina no, l’avevano proprio tutti.
Quadriga: questa parola è troppo difficile, quindi non l’abbiamo usata. Meglio carrozza, carro, non carriola… Cominciamo con il lavoro lessicale. Non c’è campanella. Ti guardi in faccia e inizi. L’esercizio da svolgere è incorporato nella passeggiata che sta facendo.
Ci mettiamo a sedere sulle gradinate. Io dico due cose sul posto in cui siamo, poi chiamo gli scolari a presentarsi. Cominciano Eneo (che nome!) e Daniel, albanesi minorenni, carichi d’energia straripante, che raccontano i loro progetti. Seguono Ali, Wael, Sakib… Chi vuole fare il meccanico, chi il cuoco. Molti frequentano la moschea, ma Sayed oggi non è riuscito a dire la prima preghiera del giorno perché si è svegliato tardi. Avrà tempo per recuperare.
Di qua il Palatino.
Di là l’Aventino.
Patrizi e plebei.
Il Tevere poco distante.
Le navi che scaricavano le merci nel porto fluviale.
Basta questo per scrivere qualche frase.
Chiedo a Daniel: secondo te, l’uomo impara dagli sbagli che ha fatto?
Lui dice di sì.
Noi adulti siamo scettici.
Il ragazzo ha quindici anni: è bello che lo pensi.
Ester, congolese madre di cinque figli, sa parlare bene, ma scrivere è un problema: vuole riuscirci meglio. Nusrat, bengalese, si è fatta accompagnare dalla zia. Runa si è portata dietro i suoi due bambini: Alì frequenta la seconda elementare, Ramim la seconda media. Quest’ultimo è poliglotta: sa parlare in italiano, bengali, hindi, inglese, spagnolo. In quale lingua sogni, gli chiedo. E lui risponde: un po’ tutte, anche altre che ancora non conosco. Ma quando mi arrabbio, ci tiene a precisare, lo faccio in italiano!
Ecco che spuntanogli appunti dei ragazzi e delle signore Nusrat, Runa, Ester. Lucinda…
Lucinda ci racconta la sua storia. Con lei, capoverdiana, parliamo anche della tragica vicenda di Willy, rimasto ucciso perché voleva aiutare un amico in difficoltà. Lucinda sta con noi da molti anni: la consideriamo una sorella.
Cos’è la scuola?
Venite qui, sapientoni.
Secondo noi può essere questo.
Come ci ha scritto Letizia Perticarini: “Quello che è emerso è stata una grande partecipazione e un senso di gratitudine e riconoscenza che traspare dai gesti e dagli sguardi di queste persone e che nessuna mascherina riuscirà a nascondere.”
Dall’emozione, ci siamo anche dimenticati di distribuire le caramelle che pure ci eravamo portati. Lo faremo la prossima volta!
Qui si può scaricare un pdf ricordo della giornata
Ed ecco i nostri pioneri all’avventura