Studenti-insegnanti, il racconto di Irene
La mia esperienza alla Penny Wirton di Bologna
di Irene Cerqua
Ho conosciuto la Penny Wirton grazie a una mia amica, anche lei volontaria, che mi ha parlato di Eraldo Affinati e mi ha proposto di partecipare insieme a lei all’incontro di inizio anno scolastico. All’incontro, mi hanno colpito l’entusiasmo e l’efficienza degli altri volontari: penso in particolare a Mirco, che con le sue competenze informatiche ha preparato un sito per creare un registro e un catalogo delle risorse online, e a Perla, che gestisce l’organizzazione generale delle classi e ci tiene sempre aggiornati su temi e seminari riguardanti l’immigrazione e l’educazione linguistica.
Vista la situazione di emergenza sanitaria, ero un po’ preoccupata per la riuscita delle lezioni di italiano a distanza. Invece è andata molto meglio del previsto: grazie al sostegno di Maria Teresa, mi sono inserita bene e ho potuto fare lezione fin da subito senza problemi.
L’insegnamento dell’italiano agli stranieri è una questione che mi interessa molto, perché ritengo essenziale, quando si arriva in un nuovo Paese, avere la possibilità di imparare la lingua parlata in quel luogo. Capire e farsi capire, infatti, stanno alla base dell’integrazione e del benessere personale. Sono stata molto contenta di scoprire che questo concetto sta alla base della fondazione delle scuole Penny Wirton, ed è condiviso con passione da tutti i volontari.
Essendo una scuola aperta e accogliente verso tutti, ogni settimana arrivano nuovi studenti. Questo può creare un po’ di confusione, soprattutto quando si tratta di ragazzi che si approcciano per la prima volta alla lingua italiana, tuttavia è importante sforzarsi di coinvolgere anche loro e portarli al livello del resto della classe (io e Maria Teresa facevamo lezioni ai principianti, quindi questi casi non erano rari). Ma la soddisfazione è grande quando si vede che, dopo poche lezioni, alunni appena arrivati in Italia sono già in grado di farsi capire in italiano. Direi che questo è il lato più bello di fare lezione ai principianti piuttosto che a studenti di livello più avanzato: si assiste alla loro scoperta della lingua e della cultura di un Paese che fino a poco prima gli era completamente sconosciuto.
Certamente, vedersi online non è e non sarà mai come incontrarsi di persona: il contatto è una componente imprescindibile per questo tipo di insegnamento. Però, nonostante la distanza, siamo riuscite a stabilire un buon rapporto con la classe, e fortunatamente Internet è un ottimo strumento per fare in modo che gli studenti non vengano abbandonati.
Purtroppo, tra università e impegni vari, la mia esperienza diretta alla Penny Wirton è durata solo pochi mesi, ma posso dire che mi ha arricchito molto, sia sul piano delle competenze didattiche che su quello dell’insegnamento. Ringrazio di cuore Maria Teresa, che mi ha aiutato a inserirmi, a preparare e a tenere le lezioni, e tutta la rete di volontari che ogni giorno si impegnano affinché nessuno sia lasciato indietro.