Addio Fabrizio Rendina, decano della Penny Wirton Roma

Si è spento il 15 marzo a Roma lo storico volontario della Penny Wirton Fabrizio Rendina. Stamattina, 17 marzo, nella chiesa di San Gioacchino a Roma l’ultimo saluto di amici e parenti. Così Eraldo Affinati, fondatore della Penny Wirton, scuola di italiano gratuita per migranti, lo ricorda a nome di tutti noi. Ciao Fabrizio, ci mancherai.

È stato un nostro grande amico, Fabrizio Rendina, scomparso nei giorni scorsi a Roma dopo una vita lunga carica di emozioni. Spesso lo definivo “il decano” della Penny Wirton, ma era molto di più. Nell’ultimo video, commovente, che ci ha lasciato, dedicò alla nostra scuola parole memorabili. Per me indelebili. Si presentò per la prima volta alla Garbatella dicendo di voler fare volontariato. Subito trovò una sintonia straordinaria con un ragazzo egiziano molto vivace che invece con lui si tranquillizzava. Fabrizio era un filosofo attore. Come dimenticarlo nel momento in cui, alla Moby Dick, salì su una sedia e recitò a braccio davanti a noi Alì dagli occhi azzurri di Pier Paolo Pasolini? “Uno dei tanti figli di figli, scenderà da Algeri, su navi a vela e a remi”.

Quel giorno la sua voce roca, affascinante, irripetibile, ci conquistò tutti. E poi, alcuni anni dopo, con me al Piccolo Eliseo di Via Nazionale: arrivò insieme alla truccatrice personale. Me lo ricordo ancora in camerino, trepidante come un giovane esordiente. Davanti al pubblico sembrava felice. Si buttava a capofitto nella vita: lo ha fatto sino all’ultimo. I ragazzi lo adoravano. Era capace di prendere il treno e andare da solo a Milano per sentire una conferenza e poi tornare indietro magari nella stessa giornata. A novant’anni. Ti abbiamo voluto bene, Fabrizio. E non ti dimenticheremo.

Eraldo Affinati

Qui la sua ultima videotestimonianza

Volontariato: siamo noi quando ci ritroviamo nell’altro

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