Migranti: diversi e uguali, a noi
L’arrivo dei migranti in fuga dalla guerra in Ucraina alla Penny Wirton, scuola di italiano gratuita per migranti, di Milano è spunto per questa riflessione che arriva da Massimo Valisa, professore di matematica e fisica al liceo scientifico Volta, e coordinatore del gruppo di allievi del liceo che svolge volontariato attraverso l’alternanza scuola-lavoro.
Diversi e uguali, a noi
di Massimo Valisa
Sta aumentando il numero dei ragazzi e delle ragazze ucraine, che bussano alla scuola di italiano Penny Wirton. Impressionante è vedere la loro compostezza. Come sono in ordine. Loro che avrebbero mille e più ragioni per lasciarsi andare. Per evadere da un mondo che potrebbe sembrare ai loro occhi il teatro dell’assurdo. Non avrebbero mai immaginato di doversi trasferire in un paese straniero. E di trovare ospitalità presso famiglie sconosciute. Di dover imparare una lingua che non è affatto semplice.
Siamo abituati a quelli che arrivano – quando arrivano – sui barconi. Spesso indigenti perché provenienti dai paesi più poveri del pianeta. Verrebbe da trattarli in modo diverso. Ci sono i “soliti”, quelli che tanti vorrebbero tenere lontano dai nostri porti. E ci sono gli ucraini, più simili a noi, ai nostri vicini di casa. Ai nostri figli.
I volontari della scuola, che hanno età differenti, non chiedono da dove arrivano gli “ospiti”, se non per intrattenere un dialogo. Non guardano a come sono vestiti. Si prendono cura di tutti. Indistintamente. Non in nome di un astratto egualitarismo. Ma perché li guardano negli occhi, si lasciano ferire dal loro cuore.
Non ci sono migranti di serie A e migranti di serie B. Ci sono uomini e donne che ci chiedono di sostenere la loro speranza. In questo sono tutti uguali. Tra loro. E uguali a noi, che abbiamo, in fondo, lo stesso bisogno.