Ucraina: Penny Wirton è casa, per tutti
A Roma le ragazze russe e quelle ucraine si aiutano nell’apprendimento della lingua italiana e a scuola siedono allo stesso banco. A Bologna la scuola si è riempita di donne tra i 30 e i 35 anni con i loro bambini, come a Milano dove chi scappa dalla guerra e viene accolto ha tra i 15 e i 50 anni. A Bari un 16enne, Ivan, è stato preso in carico da una volontaria che gli fa lezioni private gratuitamente perché non è riuscito a integrarsi a scuola.
Sono le storie – raccontate alla trasmissione Inviato Speciale di Rai Radio 1 – che arrivano dalla Penny Wirton, scuola di italiano gratuita per migranti, che con le sue oltre 50 sedi in Italia sta collaborando nel fronteggiare l’accoglienza ai profughi ucraini.
“La prima parola di Irina in italiano è stata casa. I bambini disegnano animali ma anche bombe e carrarmati, e non hanno le parole per raccontare il mondo dal quale arrivano”, racconta Perla Scicolone, referente della Penny Wirton di Bologna. “Ivan non ha voluto più andare a scuola, è stato preso dall’ansia, si è sentito solo e a disagio, ora fa lezione con me”, dice Rosalina Ammaturo, referente della Penny Wirton di Bari. Per accogliere chi fugge dalla guerra “ci vuole cuore, anche nel senso di coraggio, nel farsi forza e far forza a loro. Il tu per tu ci permette di favorire l’apprendimento e consente agli studenti di ricucire la loro tragedia”, aggiunge Laura Bosio, referente della Penny Wirton di Milano.
“I migranti quando arrivano qui si sentono accolti a casa, questa è una scuola non scuola, non diamo giudizi né attestati, non c’è burocrazia ma un rapporto personale, affettuoso, emotivo”, spiega il fondatore della Penny Wirton, Eraldo Affinati. “E in questo momento alle persone che accogliamo si aggiungono gli ucraini, perchè purtroppo il bisogno è largo quanto tutto il mondo”, conclude la fondatrice della Penny Wirton, Luce Lenzi.
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