Migranti: impara la lingua e apre un negozio
Maimouna Guïssè, studentessa senegalese alla Penny Wirton, scuola di italiano gratuita per migranti, di Bari ha aperto il negozio “Jubbo”, che significa amicizia, e in cui vende artigianato africano. L’attività si trova in via Putignani 232 a Bari e nasce come uno spazio per costruire buone relazioni. “È un piccolo miracolo, un’esperienza virtuosa, che mostra come sia possibile, lavorando in rete, favorire positivi processi di integrazione e di scambi culturali”, racconta la sua insegnante Rosalina Ammaturo.
In questi giorni a “Jubbo” sono accorsi in tanti, perché la rete man mano si è allargata comprendendo il vicinato che è stato invitato a festeggiare e ad accompagnare e proteggere questa giovane donna. Il parrucchiere che ha il suo negozio di fianco e le suore che hanno la loro casa nelle vicinanze sono andati a farle gli auguri.
“Un po’ alla volta tra di noi è cresciuta la fiducia, non mi sono limitata a insegnarle l’italiano nelle due volte che ci vediamo a scuola, ma l’ho stimolata a partecipare alla vita della nostra città – aggiunge Ammaturo -. Così Maimouna collabora a varie esperienze che le propongo: accompagna turisti e baresi in passeggiate multiculturali per le strade della città, in diverse scuole incontra studenti e studentesse dando testimonianza sulla condizione delle donne in Africa. Nel periodo del lockdown collabora con altri studenti provenienti da altri Paesi e alcuni volontari della Penny Wirton alla stesura di un ebook finalizzato a educare gli studenti italiani all’accoglienza attraverso la conoscenza di culture diverse”.
Maimouna è laureata in marketing e gestione d’impresa. “Le propongo di frequentare un corso di formazione in imprenditoria migrante della Camera di Commercio di Bari. Grazie a una rete di persone ed associazioni con cui entra in relazione, il suo sogno di aprire un negozio multietnico in cui mettere in mostra l’artigianato africano prende gradualmente forma. Ottiene un micro credito dalla Banca Etica. Accompagnata dalla tutor Rosi Cascella e sostenuta da una rete di persone di buona volontà e associazioni come il Gruppo Educhiamoci alla Pace di cui diventa socia e il sogno si realizza”, conclude l’insegnante.