Migranti: la tragedia di Cutro non è un numero
In occasione della tragedia in mare sulle coste di Steccato di Cutro in Calabria, dalla Penny Wirton, scuola di italiano gratuita per migranti, di Chioggia arriva dalla referente Anna Pambianchi una poesia scritta per il naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013 in cui ci furono 368 vittime, 20 scomparsi e 155 superstiti tra i migranti a bordo di un barcone. La maggior parte proveniva dall’Eritrea, altri dall’Etiopia.
Sono Hailù, numero 92
Senza segno di riconoscimento
a tre anni dentro una bara, da solo,
mi hanno deposto e sopra hanno scritto
numero novantadue
in luogo del mio nome ignoto.
Chi è che urla così forte
dentro il ventre vorticoso del fiume?
Dov’è la mia capretta?
Chiamo la mamma molte volte
ma lei non mi risponde.
Sono qui – avvertitela – vi prego.
Portami, mamma, nel luogo
che tanto mi hai promesso.
Chi è che urla così forte
dentro il ventre vorticoso del fiume?
Non trovo la scimmietta.
Dove sto non voglio stare.
Ci starei solo in braccio a mamma.
Ma dove, dov’è andata?
Mi brucia la gola a chiamarla ancora.
Per favore, mi prestate la voce?
Chi è che urla così forte
dentro il ventre vorticoso del fiume?
A salvarmi un asinello ci vuole.
Verrà se le dite che sono Hailù.
Senza di me non può esser lontana,
senza di me, il suo piccolo principe.
Lei sorride quando mi guarda.
Senza di lei, ho il batticuore.
Chi è che urla così forte
dentro il ventre vorticoso del fiume ?
Molto spero d’incontrare il leone.
Oltre la vita ad accompagnarmi
la mia gente, ma non la mamma
a benedirmi, e a baciarmi in fronte.
Al cimitero mi porteranno
quelli che non m’hanno salvato.
Chi è che urla così forte
dentro il ventre vorticoso del fiume?
Potete prendermi per mano?
Tu, bocciolo reciso da una guerra
innominata, tu dalla celeste
savana dei leoni e degli asinelli,
ti prego, spegni la stella
in memoria d’ogni gemma divelta.
Vestitevi a lutto, luna e sole.
Tacete, alberi e foglie.
Scendi, pioggia, senza rumore.
Sospendi, crudo mare, onda e furore.
Di pianto sia stillante ogni voce.