Trieste: Qaiser porta una ventata di buon umore
Qaiser significa imperatore e deriva dall’antico persiano. Non sappiamo se il Qaiser arrivato da poche settimane alla Penny Wirton Trieste sia discendente di qualche antico monarca ma sicuramente porta un grande buon umore in aula.
Il nuovo studente pakistano arrivato alla Penny Wirton di Trieste, scuola di italiano gratuita per migranti, rallegra tutta la brigata con il suo carattere determinato e vivace: le insegnanti sanno poco di lui, non ha raccontato molto ma è uno studente modello.
Qaiser
di Marina Del Fabbro
Qaiser, pakistano, è uno studente-modello: sempre puntuale, diligente e molto determinato a imparare italiano anche se per lui, analfabeta totale e poco disinvolto anche nel suo urdu, deve essere una vera impresa.
È allegro: fare lezione con lui è un divertimento, anche se cerca di evitare la conversazione perché “parlare è giocare e noi studiare”, dice. Per lui studiare consiste praticamente solo nel leggere un libro (e più difficile è, meglio è!), fare grammatica, coniugare verbi.
Dell’italiano ha fissato prevalentemente due concetti: che i verbi sono importanti e che il maschile finisce in “-o” e il femminile in “-a”. Così, appena sospetta che una qualsiasi parola possa essere un verbo, la cerchia e con soddisfazione la coniuga: “Freddo? Io freddo, tu freddi, lui fredda”. E scherza: se gli dico che “parlo italiano” lui sorride e mi corregge “No, maestra: io maschio, parlo italiano, tu femmina, parla italiana”.
Il quaderno è il suo primo quaderno e ci tiene tantissimo. Mi è molto grato per avergliene fornito uno bello colorato, completo di copertina trasparente ed etichetta. Lo tiene con cura e preferisce scriverci a matita per poter correggere gli errori senza pasticciarlo, riservando la penna per le parole che è certo di non sbagliare. Le schede, poi: devono essere tutte tagliate a misura e incollate con cura.
Qaiser è molto contento della scuola e dei docenti che a suo dire sono tutti bravissimi. Chiede sempre di saltare la pausa per continuare a studiare ma non rinuncia a scherzare. Per far vedere che conosce il verbo essere, dice: “Ascolta: io sono, tu sei, lui… sette” e ride.