Penny Wirton: in 200 tra migranti e volontari per l’assemblea annuale

Insegnanti e studenti uniti: “Siamo qui perché l’umanità non è morta”

Si è appena conclusa con 200 partecipanti la settima assemblea annuale della Penny Wirton, scuola di italiano gratuita per migranti: 130 persone in presenza a Roma e oltre una cinquantina di partecipanti collegati da remoto. “Siamo qui perché l’umanità non è morta”, ha detto una volontaria, a conclusione della giornata. “Stiamo costruendo un mondo più respirabile”, ha aggiunto un altro insegnante volontario.

Oggi in presenza, nella sede di Casal Bertone nella Capitale, fin dalle prime ore del mattino, sono arrivati alla spicciolata insegnanti volontari e studenti migranti dalle sedi di Bari, Bologna, Brescia, Castel Volturno, Faenza, Fara Sabina, Fidenza, Forlì, Frascati, Lanciano, Latina, Manziana, Milano, Monterotondo, Napoli, Padova, Parma, Pinerolo, Sassari, Settimo Torinese, Siena, Torino, Trento, Viterbo, Trieste. La giornata si è aperta con la relazione dei fondatori Eraldo Affinati e Luce Lenzi: “Alla Penny Wirton ci sentiamo una famiglia”, hanno detto. Per poi ricordare che dalla prima Penny Wirton, nata con tre insegnanti in un locale parrocchiale nel quartiere San Saba a Roma, sedici anni fa, ne è stata fatta di strada.

Quattro i tavoli tematici, con quello dedicato alle “Testimonianze Migranti” che è stato particolarmente partecipato e ha visto oltre una trentina di presenze. Il primo tavolo è stato dedicato allo “Stile didattico alla Penny Wirton” e ha rilevato l’assenza di parole quali pagella, voto, campanella, nel linguaggio degli insegnanti, sostituite invece da accoglienza, inclusione, confronto. Il secondo tavolo “Testimonianze migranti” ha dato voce agli studenti migranti: Baili, Vivian, Jessica e decine di donne e uomini in fuga da guerre o da situazioni familiari e sociali difficili. Il terzo tavolo “Che cosa sto imparando dalla Penny Wirton” ha dato voce invece agli insegnanti volontari con una serie di momenti belli che vanno dal sorriso degli studenti quando arriva la merenda, la confusione che alberga nei locali delle nostre scuole, l’esperienza meravigliosa di insegnare i caposaldi letterari e culturali italiani, come il Cantico delle creature, a giovani pakistani o egiziani che devono affrontare l’esame di terza media.

Dal quarto tavolo “Ho fatto un sogno alla Penny Wirton che vorrei trasformare in progetto” sono emerse invece le proposte su cui lavorare nelle 60 scuole, dal Nord a Sud Italia, per il prossimo anno. Ad aprire il confronto è stata la giovanissima Emily, liceale 15enne, che insieme ad altri ha fondato la Penny Wirton di Latina perché “seguendo il programma di educazione civica del liceo classico che frequento non sono mai venuta realmente a contatto con un’esperienza di accoglienza – ha detto Emily -. Qualcosa si è smosso dopo aver visto il film Io Capitano di Matteo Garrone. Lì è nato il sogno di creare un progetto capace di rendere i miei coetanei più consapevoli riguardo alla migrazione, molti sono indottrinati dagli stereotipi. Credo che l’educazione nelle scuole sia fondamentale per creare una società più vicina e inclusiva”.

Dai rappresentanti delle scuole è arrivato quindi un bel laboratorio di impegni per il prossimo anno didattico. Tre i punti maggiormente condivisi: potenziare l’insegnamento dell’italiano nelle carceri, creare una mappa dei bisogni e un centro di volontariato territoriale di riferimento, facilitare l’accoglienza dei migranti, anche con il coordinamento dei Comuni, attraverso l’ospitalità in casa degli anziani. La fondatrice della Penny Wirton Luce Lenzi ha proposto invece di avviare la trascrizione fonetica in più lingue dal mondo di frasi semplici quali “Come ti chiami?” e “Come stai?” per facilitare l’avvicinamento tra insegnanti e studenti, pur evitando di utilizzare una lingua ponte. “Il numero degli sbarchi è aumentato in modo notevole, quest’anno abbiamo fatto un lavoro enorme ma abbiamo sempre tenuto aperte le nostre sedi e abbiamo accolto tutti”, ha detto il fondatore Affinati in conclusione dei lavori. “Siamo partiti come una piccola associazione e non immaginavamo che sarebbe successo tutto questo: grazie alle centinai di volontari in tutta Italia”, ha concluso la fondatrice Lenzi.

Numerosi i contributi da Modena, Milano, Torino, Ghilarza, Parma, Siena, Udinem Faenza, Bari, Viterno e decine di altre sedi territoriali della scuola di italiano gratuita per migranti Penny Wirton. Le loro storie, raccolte in un volume nel corso della precedente assemblea annuale, saranno pubblicate dalla casa editrice Erickson a settembre nel libro “Atlante dal mondo nuovo”.


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