Penny Wirton: tra dad e speranze ecco un altro anno

Il nuovo anno è cominciato da un po’ e piano piano alla Penny Wirton, scuola di italiano gratuita per migranti, stanno riprendendo le lezioni con la didattica a distanza. Facciamo un punto sul 2020 per cavalcare con entusiasmo e speranza il 2021 .

A Milano la didattica a distanza è iniziata a fine ottobre e ha impegnato due giorni a settimana 82 studenti e circa 80 insegnanti. Le lezioni si sono svolte con regolarità e con soddisfazione degli allievi e dei volontari. “Pur nella difficoltà del momento, la scuola c’è”, spiega la referente Laura Bosio. 

A Bari sono state svolte in media due lezioni a settimana con 25 volontari, 34 studenti di cui 3 minorenni .

A Viterbo la dad purtroppo non è decollata ma “stiamo comunque seguendo alcune famiglie straniere per problematiche varie legate alla scuola e alla cura dei figli, non è proprio come fare la Penny Wirton ma così i contatti rimangono”, spiega la referente Barbara Paris.

A Bologna sono attivi da ottobre 50 studenti in dad con i volontari che li seguono a coppie, ben 40 studenti dei licei delle scuole superiori affiancano i volontari e sono un aiuto prezioso per l’uso della tecnologia  “La lezione collettiva ci serve come luogo in cui accogliere tutti come facevamo in presenza”, racconta la referente Perla Scicolone.

Ad Alessandria ci sono state una serie di problematiche, in parte risolte, soprattutto di sede, ma la didattica a distanza non è stata possibile perchè gli studenti non erano in grado di utilizzare i dispositivi o erano iscritti al Cpia e già avevano altre lezioni in Dad.

Treviso le lezioni in presenza sono sospese dal 26 ottobre e, a oggi, quelle a distanza coinvolgono circa 10-12 volontari e una quindicina di studenti, in linea di massima per un incontro alla settimana. 

Forlì la didattica a distanza è iniziata ai primi di novembre con 8 volontari e altrettanti studenti.  Il numero delle lezioni è molto variabile, ci si accorda in base agli impegni di ciascuno e ci possono essere settimane con tre o quattro lezioni o anche solo una. “Con alcuni ragazzi, pur non facendo lezione, si tengono comunque rapporti di vario tipo: aiuto per documenti,  o visite mediche e consigli vari. I volontari ci fanno sapere che agli studenti manca molto la scuola e la possibilità di vedersi. Speriamo di poter riprendere presto”, racconta la referente Liana Gavelli.

In Calabria per ora ci sono solo un paio di persone in didattica a distanza, “la situazione è un po’ ferma, anche se sto raccogliendo nuovi volontari”, spiega il referente Marco Gatto.

A Pinerolo, in provincia di Torino, si è lavorato finora sulla formazione alla dad con nuovi volontari: al primo incontro hanno aderito una quarantina di volontari,”ma il nostro problema è mantenere i contatti con gli studenti e crearne di nuovi in questa modalità a distanza. Abbiamo però intanto partecipato alla realizzazione di in cortometraggio sul tema dell’inclusione sociale nel territorio pinerolese”, spiega la referente Elisa Santori.

E infine da Roma, dove sono state svolte anche alcune lezioni all’aperto, le volontarie Giovanna Monticone e Cecilia Capanna, raccontano la loro esperienza diretta. Giovanna è in dad dai primi di ottobre con Mohamed, un ragazzo arabo, e con Ghada Kalife, che la aiuta con la lingua araba. “Quando può si collega anche uno studente volontario suo coetaneo, per supportarci nelle lezioni. Abbiamo portato avanti  anche la formazione di una nuova volontaria durante le due ultime lezioni, che ora segue un’altra ragazza”. Cecilia segue invece un 22enne gambiano che abbiamo già conosciuto. È Mohamed. “Facciamo lezione da settembre ogni settimana, a volte anche due volte a settimana. Si impegna moltissimo, se decido di fare un po’ di conversazione si arrabbia e dice: No parlare, studiare! Sta facendo grossi progressi, certe volte scoppia a ridere per la felicità mentre legge  e dice Io ora tutto capisci”. 

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