Bologna: donne, scuola e “sorellanza”
Alla Penny Wirton di Bologna, scuola di italiano gratuita per migranti, alcune donne provenienti da diverse parti del mondo, ciascuna con una storia e un bagaglio culturale differente alle spalle, hanno fatto rete per imparare la lingua e ne è nata un’amicizia che è già “sorellanza”.
Mirna, volontaria e fondatrice della Penny Wirton di Bologna, si è presa cura di questo gruppo di donne e ne ha incoraggiato la nascita e il mutuo scambio. Qui ci racconta come.
Un esempio di sorellanza
di Mirna
Sono venute in Italia per ragioni diverse: lavoro, ricongiungimento alla famiglia, studio. Sono venute alla Penny Wirton perché la conoscenza della lingua italiana era per tutte necessaria. Eccole dunque – R. e P. e J. e C. e M. – presentarsi alla Penny Wirton di Bologna, in Salaborsa, a settembre all’inizio del corso. Probabilmente si sono sentite un po’ spaesate in quanto la maggior parte degli studenti era, ed è, costituita da maschi , prevalentemente minorenni.
È stato forse il primo istinto di ognuna di loro quello di avvicinarsi ad un’altra donna, o forse per alcune è stata la conoscenza della stessa lingua d’origine, lo spagnolo, o forse ancora la necessità per chi in quel momento aveva l’incarico dell’accoglienza, e quindi anche della formazione di piccoli gruppi di lavoro sufficientemente omogenei di assegnarle ad uno stesso gruppo.
Sta di fatto che si sono trovate insieme e così, nelle lezioni successive, quando si sono riviste, alcune hanno chiesto ancora di stare insieme e dopo tutto è venuto da se, non chiedevano neppure: era per loro ovvio stare insieme, e insieme poi andare ai posti che consideravano ormai i loro e lì aspettare la docente che ormai già conoscevano.
Alle prime due o tre si sono poi aggiunte altre donne e alla fine hanno formato un gruppo, non sempre presente al completo, di 7/8 studentesse, che, pur nella loro diversità di provenienza, età e livello iniziale di conoscenza dell’italiano, hanno desiderato e desiderano stare insieme.
Eccole qui dunque, nell’ultimo giorno di lezione, prima delle vacanze di Natale: sono sorridenti, si fanno le foto, si trovano in una scuola che accoglie tanti studenti (eccoli, dietro a loro in secondo piano) e loro sono riuscite a stare insieme e ci stanno bene.