Scuola: il metodo “uno a uno” valorizza l’essere umano
Il metodo di insegnamento “uno a uno”, un insegnante volontario e uno studente migrante, praticato alla Penny Wirton, scuola di italiano gratuita per migranti, consente di mettere al centro la persona e accompagnarla realmente – attraverso la comprensione dei suoi bisogni – all’apprendimento e all’emancipazione dall’insegnante. E quindi a una vera inclusione nei territori e nelle comunità in cui vivono gli studenti migranti quotidianamente.
Anna Luce Lenzi, fondatrice della Penny Wirton, nel corso della sesta assemblea nazionale annuale ha spiegato: “Il metodo ‘uno a uno’ significa considerare la persona per quello che è: la bellezza è interpretare e riuscire a trovare la soluzione. Quando abbiamo cominciato abbiamo fatto un sacco di errori. Avevamo le nostre attese, non sapevamo che gli egiziani non capiscono il verbo essere perché non lo hanno. Non avevamo idea che ci fossero tanti giovani, ma anche adulti, analfabeti. Per gli analfabeti, soprattutto per le donne analfabete, ci vuole molto tatto. Bisogna farli sentire a loro agio altrimenti non funziona. Si tende a pensare d’istinto che abbiano dei problemi di apprendimento o dislessia. Non hanno nessun problema nella maggior parte dei casi, semmai il problema siamo noi che non capiamo i bisogni per favorire l’apprendimento. E non abbiate fretta di vedere i nostri risultati ma abbiate pazienza di vedere i loro risultati”.