Siena: la Penny Wirton cambia, dal Paradiso al Mandorlo
Cambio di sede per la scuola di italiano gratuita per migranti del capoluogo toscano.
Ha cambiato sede la scuola di italiano gratuita per migranti Penny Wirton di Siena e si è traferita da via del Paradiso a via del Mandorlo. E in questo quadretto autunnale è raccontato il passaggio di insegnanti e studenti nella nuova scuola, attraverso l’incontro con Rachid, migrante del Burkina Fasu.
Via dal Paradiso
di Stefano Vallini
Il terrazzo è pieno di sole e nessuno di noi c’è abituato. La nebbia del mattino sale dalla valle, poi arriva il vento e la spazza via. Vento e sole non si sentivano in paradiso, solo una nebbia invisibile aveva lasciato lì tutta la sua umidità. Adesso, quando fuori c’è il sole dentro la grande stanza la luce invade lo spazio. Possiamo rispettare le distanze, che fino all’anno scorso erano sinonimo di sovrapposizione e parlare senza disturbare gli altri.
Settembre è il mese in cui ti siedi e pensi e ricominci (questa l’ho rubata a Guccini). E noi ci siamo seduti e abbiamo ricominciato, ma meglio, molto meglio, grazie a Filippo Franchi, al provveditore Paolo Almi e a tutta la Misericordia di Siena.
Se luce e spazi sono cambiati, le ragazze e i ragazzi sono gli stessi (almeno per il momento) come pure i volontari e il loro entusiasmo. Avevo già conosciuto Rachid, ma non avevo mai avuto il piacere di fargli lezione. Rachid vuole sapere le coniugazioni dei verbi. Il futuro, il presente, il passato, gli interessano le varie forme del passato. A te Rachid deve interessare il futuro, gli dico. Allora forza “camminare” al futuro come fa? Io camminerò… attento alla doppia e all’accento. Tu? Ok, vai avanti. Scrive tutte le persone, singolari e plurali e poi facciamo una frase completa: io domani camminerò, dove? Dai, Rachid. Quasi una lezione classica. A me non piace molto, lo ammetto, ma Rachid sembra interessato. Io cerco di distrarlo. Giochi a pallone? Sì. Attaccante o difensore? Io attaccante, mio fratello difensore. Leggi libri? Sì, al Faro ci sono tanti libri. Ho preso uno in cui ci sono gli animali. Chiedo, è forse la fattoria degli animali, di Orwell? Non sa. La prossima volta portalo che lo leggiamo insieme. Cerco di fargli leggere “Il rigore più lungo del mondo”, ma Soriano ha ambientato il suo racconto in Patagonia e la Patagonia è troppo lontana dal Burkina Faso. Torniamo al passato e alle sue varie forme, argomento difficile, scivoloso anche per noi, figuriamoci per Rachid. Il passato prossimo si usa quando… invece l’imperfetto… e il passato remoto… Ci provo, con il dubbio di esprimere dei concetti che partono in un modo e arrivano in un altro.
Dai, Rachid facciamo il verbo parlare, passato prossimo… io ho? Lo dice, lo scrive. Va bene, adesso facciamo un esempio, scrivi una frase completa. Ieri con il mio professore abbiamo parlato… parlato… ok, Rachid bravo. Di che cosa abbiamo parlato? Ieri con il mio professore abbiamo parlato della vita. Sarà il sole, la luce, lo spazio, non so, ma è tutto molto più bello che in paradiso.