Accoglienza? È questione di stile
Accogliere, nel significato più comune, è usato nel senso di “ricevere nella propria casa”. Ed è così che si viene accolti alla scuola Penny Wirton dove “accogliere vuol dire ti prendo come sei
Leggi il seguitoAccogliere, nel significato più comune, è usato nel senso di “ricevere nella propria casa”. Ed è così che si viene accolti alla scuola Penny Wirton dove “accogliere vuol dire ti prendo come sei
Leggi il seguitoCecilia Capanna, che firma questo post, è una delle insegnanti volontarie della scuola Penny Wirton di Roma. Qui ci racconta l’incontro con Mohamed, uno studente di ventuno anni originario del Gambia.
Leggi il seguitoAlberto Bosia, studente del liceo Tasso di Roma, da due anni insegna alla Penny Wirton, scuola d’italiano gratuita per migranti, nell’ambito dei programmi di alternanza scuola-lavoro. Qui ci racconta che “due anni fa iniziai così, andare alla Penny Wirton dava ore di Asl, ma adesso, con i vari cambiamenti politici, per me ha assunto sempre meno peso la Asl e insieme ad altri miei coetanei continuo a impegnarmi nell’insegnamento”.
Leggi il seguitoÈ il 12 giugno 2019. È terminato un altro anno alla scuola Penny Wirton di Roma. Sergio Ventura, insegnante di religione del liceo Tasso, in un articolo comparso sul quotidiano Osservatore romano fa un viaggio tra i pensieri dei suoi ragazzi e ci aiuta a riflettere sul valore della relazione umana.
Leggi il seguitoIl blog I Quaderni della Penny Wirton si affianca al sito della scuola. Insegniamo l’italiano ai migranti in un rapporto diretto, uno a uno. Senza voti. Gratis. E da oggi raccogliamo le loro storie e quelle dei volontari qui.
Leggi il seguitoLuce Lenzi, fondatrice insieme a Eraldo Affinati della scuola Penny Wirton, racconta oggi, a undici anni di distanza dalla prima lezione, in che modo si accolgono i migranti alla scuola Penny Wirton
Leggi il seguitoAlla scuola Penny Wirton le porte sono sempre aperte a chiunque perché accogliere per noi significa anche accettare l’irregolarità, sorridere a chi arriva fuori tempo massimo e a chi si presenta a cinque minuti dalla fine. Aprire la porta anche a quelli che arrivano l’ultimo giorno.
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